Meglio lo psicologo o il mental coach?

Da un po’ di anni sta prendendo piede una nuova professione, ovvero quella del mental coach, che spesso viene confusa con il lavoro dello psicologo, ma le attività non solo sono profondamente dissimili, ma vanno anche a trattare temi molto delicati.

Il mental coach è un libero professionista, non vi sono delle norme precise che lo regolano, anche se vi sono associazioni di riferimento, come non vi è l’obbligo di iscrizione ad un apposito albo, si pone come scopo finale quello di aiutare una persona, durante i momenti d’incontro, a comprendere le difficoltà, lavora sul presente, lo supporta e lo stimola affinché possa raggiungere gli obiettivi che si prefigge.

Da’ comunque un buon supporto nell’ascoltare i diversi problemi che possono generare insicurezza, analizzandoli al fine di lavorarci su per trasformarli in eventuali possibilità.

Altra cosa è il lavoro dello psicologo, una figura che ha alle spalle anni di preparazione, è un vero e proprio professionista sanitario iscritto nell’apposito albo, in grado di studiare ed analizzare i processi mentali, psichici e cognitivi per offrire il massimo supporto.

Il suo lavoro consiste nel lavorare a ritroso sulle esperienze vissute nel passato, risalendo quando è necessario anche al periodo dell’infanzia, per far comprendere cosa spinge ad avere determinati comportamenti, l’importanza da attribuire ai vari eventi per cercare di modificare gli atteggiamenti presenti.

Il suo obbiettivo passa attraverso diversi stadi, che portano non solo al miglioramento, ma soprattutto a conoscere meglio se stessi, per sfruttare al meglio i punti di forza ed allo stesso tempo accettare e convivere con le proprie debolezze.

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Di admin