Il responsabile dell’impianto e della calida cambia a seconda dei casi ed esso è sempre indicato sul libretto dell’impianto, come anche la scadenza con cui chiamare una ditta che compia l’ordinaria manutenzione dell’apparecchio per controllarne il funzionamento, i fumi emessi e i consumi. Ecco quali sono i 3 casi.
- Il proprietario. Il responsabile dell’impianto è il proprietario della casa quando vi abita stabilmente. Se il proprietario della casa non dà in affitto la casa e la usa per sé e la sua famiglia. Deve preoccuparsi di chiamare una ditta di manutenzione e assistenza per far controllare la caldaia, secondo le indicazioni presenti nel libretto. È il proprietario che deve sostenere le spese relative ai controlli che sono essenziali per il buon funzionamento dell’apparecchio.
- L’inquilino. Nel caso in cui il proprietario dovesse dare in affitto la casa dove è installata la caldaia in oggetto, ecco che non è più lui il responsabile ma lo diventa l’affittuario a cui passano tutti i relativi oneri. Le spese relative a ogni tipo di intervento, sia esso ordinario o straordinario, sono tute a carico dell’inquilino e non sono da dividere con il proprietario. A sua discrezione. L’inquilino, che ora è il responsabile, può decidere di rivolgersi a un’altra ditta per la manutenzione della caldaia diversa da quella indicata sul libretto, deve però trattarsi di una ditta abilitata.
- L’amministratore di condominio. Infine, esiste un terzo caso per individuare il responsabile della caldaia. Quando l’apparecchio è comune e un condominio ha l’acqua calda e il riscaldamento centralizzato, il resinabile non è uno dei condomini ma è l’amministratore di condominio che ha il compito di preoccuparsi di chiamare la ditta per i controlli regolari o anche per eventuali guasti e malfunzionamenti. In questo particolare caso, la spesa relativa è a carico dei condomini che dividono tra loro il conto, avendo un netto risparmio rispetto a chi ha una caldaia in casa.
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